Dal “Russo” Carlo e “sua santità” Francesco:

 

-Cronache di un viaggio in terra santa  “1,2 3............. (R.B.)-

[documento redatto da Carlo detto il “Russo” in data 10 luglio 2018]

 

 

Il nostro pellegrinaggio comincia il giorno 28 dicembre 2017.

Partiamo in due: io e Francesco soprannominato nel gruppo FarabulliSpA “sua santità” alla volta dell' Ucraina, un posto per me speciale nel cuore.

Nel 2016 sono stato per la prima volta in questo paese e le altre cinque nel corso del 2017.

 


-La mia  prima volta in Ucraina – (Kiev, estate 2016) -


                                                   - con Natalia…”la prima volta non si scorda mai”-

 

 

 

Ci tenevo che questa volta, il mio amico Francesco potesse condividere con me questa emozione ed ho insistito affinché lui venisse.

Il 27 dicembre 2017 partiamo con la mia auto dopo che l'ho rimessa a nuovo o meglio a punto...... appunto la mia Fiat Punto.

Proprio così! è stato un azzardo aver preso la decisione di andare con la mia auto, visto e considerato il fatto che le condizioni meteo non erano ottimali, le strade (in particolare in Ucraina)  pessime ed una “Fiat Punto” che di certo non era il massimo del comfort per un tragitto così lungo nel periodo invernale. Ma a conclusione di tutto è valsa la pena intraprendere questo viaggio.

Il titolo del racconto richiama una citazione famosa di un personaggio che è stato di ispirazione alle reazioni che avevamo al passaggio delle “ninfe”.

Nel corso del soggiorno in questa ricca terra di frutti prelibati della natura come pesche ed albicocche, le forme espressive colorite rivolte a mari di “f” che abbiamo incontrato come: alzare lo sguardo al cielo e/o imprecare ad esempio con “1,2,3…..” si facevano sempre più insistenti man mano che ci dirigevamo verso Est.

Un viaggio lungo 1200 km che ha necessitato come  prima tappa la città di Debrecen sia per riprenderci dal lungo tragitto in auto sia per prepararci all’ impatto “f” in maniera adeguata.   


-La chiesa riformata protestante ungherese nel centro di Debrecen-

 

 


-Il viale principale “Csapò ulitza - Piac.Ulitza” nel centro di Debrecen-

 

[il giorno successivo avrebbe poi previsto il nostro arrivo e l’approdo nella città di Užhorod (Uzhhorod)]. 

E’ sempre Francesco in Ungheria la “guida” per tutti quelli del gruppo FarabulliSpA che vengono a visitarla ed anche per me, e questo fa molto piacere. In questa porzione di Europa è lui il punto di riferimento per poter approcciarsi anche alle ricche e succose barbabietole che si possono raccogliere in questi luoghi (come mostra la foto qui sotto).


 -Nella foto è intuibile il rapporto tra la percentuale femminile rispetto a quella maschile: donne 95 %-uomini 5%-

 

Il locale dove siamo stati la sera per berci un digestivo è il “Butiq” www.butiq.hu (valutazione Trip Advisor 4/5 – Facebook 4.5/5 - Google 4.3/5). E’ situato in una zona in centro a Debrecen dove consigliamo di andare se si vuole stare  anche in buona compagnia e rifarsi anche un po’ gli occhi.

In alcuni giorni in questo locale vengono organizzate delle serate a tema come “Disco” ad esempio, nel corso delle quali il “Butiq”si riempie di una notevole presenza femminile. Debrecen è noto per essere un noto polo universitario ungherese con una presenza rilevante di universitari/e. Ciascuno di voi quindi faccia la sua considerazione e ne tragga la propria conclusione se avete intenzione di conoscere donne.

Riflessione di viaggio:

Una disamina mia e di “sua santità” sui fatti accaduti, è quella in cui più ci si avvicinava a località in passato altamente radioattive e contaminate da emissioni nucleari come Chernobyl per esempio,  più aumentava il livello di bellezza della “f”. Questa nostra teoria ha avuto reale riscontro in queste terre.

In termini qualitativi e quantitativi la “f” che incontravamo spostandoci sempre più verso Nord – Nord Est Europa aumentava.

 

La serata è proseguita con una passeggiata in centro e verso mezzanotte siamo andati a nanna visto che eravamo stravolti dal lungo viaggio che avevamo intrapreso l’intero giorno.  

Il posto dove abbiamo alloggiato era la pensione ”Peterfia Panzio”; qui abbiamo trovato condizioni igieniche buone e prezzi decisamente convenienti (http://www.peterfiapanzio.hu/hu) (giudizio Trip Advisor 4.2/5).

In questa cittadina è facile anche con poco tempo di anticipo trovare alloggi confortevoli a prezzi vantaggiosi.

La tappa a Debrecen aveva significato per noi l’ingresso nell’ ”anticamera del paradiso” per quello che ci avrebbe atteso poi. Un “anticamera” che vi consigliamo di fare almeno una volta nella vita, se si vuole vivere l’emozione di un avventura che abbia come obiettivo finale la “f”,  alias la “s”.

Il giorno seguente infatti avrebbe segnato l’entrata al paradiso della “s” oltre che il momento di valico in un paese extraeuropeo.

Nella mattinata del 28 dicembre caricati i bagagli in auto decidemmo quindi di proseguire il nostro viaggio alla volta di Užhorod (Uzhhorod) che da Debrecen dista circa 120 km.

 

 

 


                              -......verso l’Ucraina-


Varcata la frontiera Beregsurani–Astei entravamo ignari nel “paradiso” di quell’ elelemento attorno

                                           -In attesa alla frontiera: tutti in fila armati di tanta  pazienza-

 

al quale tutto il mondo ruota.

Abbiamo atteso in fila un’ora e mezza il turno per il controllo dei documenti e dell’autovettura. A noi in questa occasione ci è andata molto bene poiché di solito si attende dalle 3 alle 8 ore il proprio turno. Questi “brevi” periodi di sosta capitano generalmente nei passaggi transfrontalieri di piccolo afflusso. In altri punti di frontiera invece, le file sono molto più lunghe ed i tempi di attesa maggiormente dilatati. La causa della nostra sosta prolungata era dovuta ad un mancato funzionamento temporaneo degli apparati informatici che per un intervallo di tempo erano andati in tilt.

Un consiglio che vi diamo è quello di munirvi di tanta pazienza alle frontiere con l' Ucraina, visto le lunghe attese per i controlli. Un vantaggio che potreste ottenere in questi frangenti, è la conoscenza della lingua inglese o ancor meglio quella russa (anche se non sempre è ben accetta).

Avevo messa in pratica la stessa, applicandola con i gendarmi e soldati ucraini che comunicavano ahimè poco in inglese, molto in ucraino e poco in russo. Per coloro che sono a conoscenza dei conflitti tra Ucraina e Russia e per la situazione critica tra i due paesi, è intuibile il perché di questo atteggiamento di chiusura ed avversità nei confronti di tutto ciò che è “russo”. Ciò si riflette sulla preferenza di utilizzare da parte dei connazionali ucraini, la lingua d’origine piuttosto che quella del paese geograficamente confinante ad Est (che un tempo era la più parlata nel territorio sovietico). Essendo però noi turisti stranieri, la polizia di frontiera e non solo ha compreso ed ammirato lo sforzo di comunicare con loro in russo.  

Lungo il percorso verso Uzhhorod, una volta arrivati in territorio ucraino, nonostante le indicazioni del navigatore-GPS, abbiamo sbagliato frontiera ed il nostro tragitto si è allungato di qualche ora facendoci arrivare a destinazione all’imbrunire. 

In Ucraina abbiamo dovuto risalire da Sud a Nord il territorio valicando la frontiera meridionale tra i due paesi confinanti (Beregsurani–Astei) per poi dirigersi in direzione Berehove e Mucachevo.


Consiglio: se vi capita di andare in Ucraina e se dovete fare carburante, vi conviene calcolare il rabbocco del serbatoio di benzina in prossimità del confine ucraino poiché i costi sono veramente irrisori per noi italiani: 1 litro di benzina = 70 centesimi di euro circa.

 

-Il distributore di carburante subito varcato il confine ungherese – ucraino (zona Beregsurani–Astei)-

 

Ma ritorniamo al secondo paragrafo del nostro racconto dal titolo : “1,2,3,….”

Il colorito delle nostre esclamazioni di questo genere si faceva sempre più vivo al passaggio di “f’s- imperials” in paesini per lo più desolati come quello di Berevo.

Anche il titolo di “sua santità” attribuito a Francesco ora sembrava essere del tutto inadeguato in quanto il soggetto in questione cominciava ad essere vistosamente blasfemo. Francesco era irriconoscibile ed io con lui. Cominciavo persino a dubitare del mio self-control oltre che del mio contegno che oramai non aveva più limite.  

Ma la “f” ma la “f” ma la “f”..., quella sì che induce ad effetti sbalorditivi nelle persone che l’ammirano,  a credere persino nei miracoli come: “la vista ai ciechi”, la “guarigione di Lazzaro” (che si rialza e cammina da solo) o la “resurrezione”  nel percorso di conversione (senza scampo e nella maniera più esplicita) della “f”.  

Come testimone di miracoli della natura divina esclamo anche io a gran voce: “Quì Dio è passato ed ha lasciato il segno della sua bontà”.

Le condizioni meteo non erano decisamente delle migliori, pioveva infatti, e ripetevamo tra noi: “sempre meglio la pioggia che non la neve” che stranamente in questi luoghi non ne abbiamo trovata.

Se decideste di addentrarvi in Ucraina fate molta attenzione alla guida con l’auto visto che le condizioni del manto stradale sono pessime. Le strade  per come sono, non favoriscono una regolare andatura del mezzo e si è costretti a zigzagare col mezzo per evitare le buche e le voragini che si formano (vedi foto).

 

 

 

-Condizione del manto stradale in una strada comunale……-

 


-lungo la strada Statale E81 Berehove-Mucachevo...diretti ad Uzhgordod

le condizioni meteo erano pessime e stavamo dietro ad un veicolo vistosamente inclinato che ci precedeva” -

 

Per fortuna che avendo un ottimo navigatore (secondo-uomo) affianco come “sua santità” riuscivo a schivarle per tempo. Nonostante la pioggia intensa non desistevamo dal nostro obiettivo sempre chiaro, nitido e tinto di “rosso”. Come tori carichi in una corrida cercavamo sempre di puntare diritto al punto o meglio al triangolo. 

Ne abbiamo visto di tutti i colori per strada: dai mezzi che proseguivano il loro tragitto con gli assi spaccati a veicoli con andature vistosamente inclinate.

 


-Particolare delle condizioni meteo avverse  e dei mezzi che ci precedevano-

 

Giunti a destinazione nella cittadina Uzhhorod (110 000 anime di cui almeno 30 000 di santa “f”)   decidemmo di rifocillarci “sperperando” se così si può dire, i nostri soldi in uno dei più eccellenti ristoranti con cucina a base di pesce: il “Kukhnya” Fedintsa St., 19, Uzhhorod 88000, Ucraina https://ru-ru.facebook.com › Места › Ужгород › Семейный ресторан  (giudizio di Trip Advisor 4.8/5 - Booking.com 9,4/10).


Il pesce era ottimo, i prezzi modesti  ed il servizio eccellente. La cameriera che ci serviva era molto attenta e per certi versi anche imbarazzata nel rabboccare il prosecco nei nostri bicchieri; era sempre attenta a non fare fuoriuscirne neanche una goccia. Le pietanze erano servite su piatti in porcellana e le posate erano ovviamente in argento. Tutto il lussurioso servizio e l’ottima cena ci è costata la modica cifra corrispettiva di 35 euro a testa. Se fossimo stati in Italia lo stesso servizio ci sarebbe costato il triplo.




-le pietanze serviti su piatti in porcellana come il polpo oppure il gelato con “cuore di cioccolato fondente” e le posate in argento- 

 

 

 

 

 

Dopo la cena, era la volta del giro di “perlustrazione” (si sa bene già di cosa), battendo a tappeto le strade del centro della cittadina trascarpatica. Con l’occasione abbiamo raccolto anche  informazioni utili e necessarie per muoverci nei giorni seguenti. 

Verso mezzanotte siamo tornati nel nostro albergo Ungvarskiy

http://www.ungvarskiy-hotel.com.ua/en/ (valutazione su www.boooking.com 8.3/10).

dove ad accoglierci abbiamo trovato un personale accogliente e gentile come la receptionist di nome Alla: una ragazza altamente professionale.

 


-la receptionist dell’albergo Alla una ragazza carina, gentile ed altamente professionale-

 


 


Se vi capita  e volete di venire a Uzgorod vi consigliamo questo albergo per passare dei giorni in


completo relax.

L'albergo infatti mette a disposizione oltre a stanze grandi ed accoglienti ed un ristorante rinomato,  anche una SPA con servizio massaggi. I prezzi della sauna e dei massaggi sono del tutto accessibili. Di ciò ne abbiamo approfittato durante il pernottamento mentre in alternativa al ristorante ubicato dentro il comprensorio dell’albergo, abbiamo optato per punti di ristoro in centro città. 

 


                     -La Corte dell’albergo Hungvarsky con a sinistra l’entrata del ristorante ed in fondo medesimo lato le entrate dei “bagni”-          

 

Nel centro benessere dell’albergo il personale femminile specializzato ci ha deliziato con massaggi della durata di un’ora per ciascun trattamento.  

Dobbiamo ammettere che ne valeva la pena: soldi spesi bene e..... e poi soldi?... ci viene ancora da ridere se vi dovessimo raccontare di quanto abbiamo speso a testa. :-)


 

 

            -Particolare della zona sauna e dei «vannaia» “bagni” dell’ Hotel Hungvarsky–

 


 

Dopo il massaggio……passeggiatina ritemprante in centro naturalmente.

Užhorod (Uzhhorod) è una cittadina di 110.000 abitanti come sopra citato ed è il capoluogo della Trascarpazia situato nella parte nord occidentale dell' Ucraina nella zona di confine tra la Slovacchia a Nord Ovest ed Ungheria a Sud Ovest. E’ attraversata dal fiume ““Už” dal quale prende il nome l’abitato.


Passeggiando per le strade del centro abbiamo avuto modo di incontrare ragazze

                                               -Sul ponte “Piscioidnii mict” sopra il fiume “Uz” in compagnia di Miroslava-     

 

gentili e carine come Miroslava.

La cosa sorprendente che ci colpiva era la quantità ma soprattutto la qualità delle donne che incontravamo. Al loro passaggio le litanie dei santi che “sua santità” pronunciava si sprecavano. 

A dire il vero era del tutto comprensibile questa reazione visto la massa di “patate” che ci veniva incontro lungo il nostro cammino e che eravamo costretti a “pelare”.

Vera  ad esempio era un’altra di queste.

L’abbiamo incontrata al centro commerciale Dastor «Дастор» che vi consigliamo caldamente di “visitare”; esso è il principale punto vendita della cittadina (http://dastor.com.ua/).

 

 


-con Vera al Dastor -

In questo luogo per noi di culto della “patata” la percentuale dell’ortaggio da tutti venerato, si aggirava attorno al 90-95% mentre quella maschile era quasi del tutto inesistente.

Il punto commerciale è ben fornito di qualsiasi prodotto vogliate acquistare ma vi assicuriamo che quello garantito “D.O.C.” è sempre quello della “f-imperial” che qui magicamente non manca mai.


                                                               -Passaggi angelici al Dastor-

 

Memori di questa nuova ed esaltante realtà qui, ci eravamo riproposti nei giorni successivi di pranzare e cenare nuovamente in questo posto, presso un locale ubicato al suo interno chiamato “Chili pizza”.

Esso fa parte di una nota catena di ristorazione ucraina e questo è l’ indirizzo della sua sede presso: - ТЦ "Дастор", 2-й поверх, Sobranets'ka St, 89, Uzhhorod, Zakarpats'ka oblast, Ucraina, 88000 - https://chilipizza.uz.ua/  (valutazione Trip Advisor 3.5/5 - Google 4,3/5).

Ormai il “Dastor” era diventato il nostro approdo sicuro dove eravamo certi di pescare pesce di prima qualità una volta gettate le nostre reti.  

In questi luogo le nostre esclamazioni di apprezzamento del creato femminile ucraino, erano talmente ridondanti ed a volte anche blasfeme che eravamo entrati non so come nella sfera della piena “ereticità”. 

Consiglio: se vi capita di passare per Uzhhorod, se siete in auto e volete anche pranzare un pasto buono e veloce fermatevi qui.

Non vendono lampade magiche ma sarete saziati occhi e pancia dalle abbuffate di “patate” fornite dal mago Aladino alias centro commerciale “Dastor” e dai buoni  piatti sfornati e serviti dal punto ristoro “Chili pizza TZ Dastor” di Uzhhorod.

 


         -Durante il nostro pasto una  “patata” come contorno-

 


-Al “Chili pizza TZ Dastor ” di Uzhhorod ci si saziava anche con lo sguardo-

 


-Un sogno ad occhi ben aperti chiamato “Galina”- In basso a destra,  i dolci che venivano serviti-                                                    

Se capitate qui quindi avrete l’occasione di essere serviti da “bellezze” come Galina.......

 

 

oppure da Tatiana  che non smetteva più di sorriderci e ringraziarci per aver scelto questo punto ristoro.


                                               -Io e  Francesco assieme alla gentilissima  e premurosa Tatiana-

 

Oramai visto le “f” che incontravamo, il nostro viaggio era arrivato ad un punto di non ritorno ed i parametri di valutazione qualità /quantità di bellezza femminile erano ormai alterati rispetto a quelli in terra nostrana.

La foto seguente mostra il listino prezzi del locale. Se verrete qui:

 

                                               1 birra = 1 euro.


                                                                                                         

Per non farci mancare proprio niente le mattine invece, eravamo soliti andare a fare la colazione in centro.  Il nostro preferito,  e vi consigliamo di andarci, era il (PassiЖу) «Passigiu» una caffetteria su  Shvabskaya ulitsa https://zruchno.travel/ObjectEntity/ObjectEntity?idCrm (valutazione: trip Advisor 4/5 - Google 4,6/5).

Non è tanto grande ma la posizione in cui si trova è strategica perché è un via-vai di molti giovani ed universitari, i quali sono soliti incontrarsi per bere un caffè. Se volete perciò visitare il centro e fermarvi a gustare una bevanda calda questo è un bel posto di ritrovo. Oltre le bevande, sarete spettatori in prima linea di sfilate di modelle che vengono quì a prendersi il loro caffè.   


 


-il locale  “«Passigiu» dall’interno con vista su Scvabskaia ulitza, 70-

 

 

 

Ogni mattina mentre ci gustavamo le nostre colazioni assistevamo a vere e proprie sfilate di moda o Prêt-a-portèr. Devoti poi sempre a “lei”, recitavamo ogni giorno le nostre litanie con sguardo rivolto al cielo ringraziando Dio per tutto il creato femminile.

 


 

-Il nostro cappuccino, una “modella” al tavolo ed il listino prezzi del locale: tre elementi indispensabili per gustarsi una ricca colazione-

 

 

La sera passeggiavamo per le strade di Uzhhorod ed andavamo a bere nelle zone del centro dove il paradiso con gli angeli cherubini dalle folte chiome bionde erano maggiormente  presenti. Bastava semplicemente seguire la loro scia per sapere dove si trovasse  il “paradiso”.

Da lontano il sesto senso ci indicava la strada mentre una voce dal di dentro ci suggeriva: -....Va dove ti porta la “f”-  e noi difatti la seguivamo.

 


-“….....bastava  semplicemente seguire la loro scia”….-                                      

 

 

Visti i prezzi ormai a portata di taccuino eravamo soliti offrire da bere alle ragazze che ci prendevano in simpatia e non disdegnavano di conversare con noi.

E' proprio quello che ci è capitato la sera del 30 dicembre dopo cena quando, entrando in un locale del centro e visto la concentrazione di barbabietole di elevata qualità, abbiamo deciso di consumare  il “nostro” bel Martini pagandolo alla modica cifra di 40 grivnie (1,10 euro circa) l’uno.

Stupiti del costo delle bevande, abbiamo così chiesto al cameriere di farci portare il conto di quattro tipe sedute vicino a noi offrendo loro la bottiglia di vino che stavano consumando.

 


Quella sera abbiamo incontrato Polina con le sue amiche, la stessa “fata”che come per miracolo sarebbe ricomparsa nuovamente il giorno della “resurrezione“.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tornando ad  un contesto più culturalmente elevato, che non si ferma solo alla coltivazione della barbabietola od al solo consumo di patate, Uzhhorod è una graziosa cittadina della Transcarpazia.  

Provenendo dalla periferia del capoluogo, alla fine di Mynaiska St sulla sinistra, è visibile una bellissima chiesa di rito ucraino-ortodosso chiamata Chiesa del Cristo Salvatore «kram Crista Spasitelia» che risalta all’occhio per i suoi colori vivi e per la sua cupola d’oro. Più precisamente il luogo di culto è ubicato in prossimità dell'incrocio tra le vie Svobody Ulitsa e Minayskaya Ulitsa.

 

 

-la chiesa di rito ucraino-ortodossa di “Cristo Salvatore” di Uzhhorod-

 

 

 

 

 

Dal lato opposto sorge l’ Hotel Zakarpattya uno degli edifici più celebri della cittadina costruito negli anni “60-70” quando ancora il regime sovietico era nel suo periodo più fiorente in questo territorio. https://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g298059-d547650-Reviews-Zakarpattya_Hotel-Uzhhorod_Zakarpattia_Oblast.html

Con la sua imponente struttura e la disponibilità di un numero elevato di stanze, offre la possibilità di un pernottamento sicuro nel caso ci si trovasse il giorno stesso in questa cittadina senza prenotazione. Un posto però di ultima “necessità” (questo è il nostro consiglio). Gli ambienti di questa struttura sono abbastanza discreti ma non eccellenti in termini di comfort.

Davanti all’hotel “ex-sovietico” Zakarpattya, eravamo soliti parcheggiare l’auto per poi dirigersi a piedi in centro.

Questo posto ha sempre rappresentato sia per me che per Francesco un luogo significativo da dove è partita la nostra avventura. Per questo motivo e per il fatto che l’area di sosta era molto ampia e spesso libera da veicoli decidevamo di sostare qui il nostro mezzo.

Per rinnovare le vecchie e buone abitudini come in Italia così in Ucraina nell’ “andare a bere l’ultimo” venivamo  presso il bar della hall dell’Hotel dove il gestore ci invitava a “buttare giù “ in un unico sorso ogni bicchierino di vodka che ci serviva. La tradizione, secondo lui, voleva che ci si fermasse a bere almeno con un numero dispari di bicchierini. Così fortunatamente, per limitare gli effetti ubriacanti della vodka (quasi alcol etilico), ci eravamo fermati a quota 3.   

Dopo il primo bicchierino infatti non smise di versarci di nuovo da bere perché probabilmente ci aveva preso in simpatia. Nel mentre continuava a parlare con noi stupito forse anche del fatto che eravamo gli unici italiani arrivati con l’auto fin quì d’inverno.

Il bar-man si alternava nella sua attività lavorativa al banco, con un baldo aitante e valido giovane. Secondo il nostro parere il suo assistente era molto esperto e se la cavava in maniera egregia.

  

-l’imponente facciata dell’ Hotel «gotel» Zakarpattya che richiama lo stile sovietico degli anni “60-70”- 

 

 

 

                                                                                                           

     

 

           

-Posteggio tutto «Punto» di fronte l’entrata dell’Hotel Zakarpattya- 

 

 

   

-Il nostro ennesimo bicchierino di vodka servito dal nostro esperto e giovane bar-man (avevamo capito poi che era il figlio)-  

 

-Gli unici personaggi che incontravamo a notte fonda nell’hotel..... notate il particolare dello scottex sulla sedia  accanto all’uomo seduto sulla  destra-

 

 

 

..........Ed arriviamo infine al:

 

giorno della Resurrezione  - Capodanno 2017/2018 -

 

Per il Capodanno eravamo incerti su cosa fare e dove andare. Naturalmente ogni posto come il “Dastor” o come il locale dove andavamo a berci il caffè al mattino era chiuso.

Abbiamo così optato per l’attesa della mezzanotte nella piazza presso il centro storico di Uzhhorod  tra l’incrocio del ponte “Piscioidnii mict” ed il viale “Yevhenia Fentsyka Ploscia”. Allo scoccare della mezzanotte si sarebbe festeggiato con musica, spumante ed immancabilmente la presenza della nostra venerata “f” in attesa dei fuochi d’artificio e così è accaduto.

-Eccoci qui in dolce compagnia nella piazza del centro storico-

 

Verso l’una circa, visto che la pioggia che cominciava a scendere in maniera copiosa, siamo andati verso il luogo sacro dove eravamo stati due sere prima (quello se vi ricordate dove avevamo offerto da bere alle tipe) e lì che è avvenuto per la seconda volta il miracolo. Stavolta i miracoli erano di nuovo due: quello di Lazzaro che si alza e quello della resurrezione. Caso vuole che chi o cosa si alzava era ben altro e non Lazzaro. Qualcuno era risorto mentre qualcun’ altro poi abbiamo saputo che si è rivoltato nella tomba per le imprecazioni che abbiamo recitato in quella notte indimenticabile. Del resto era inevitabile arrivare a queste conclusioni.

A primo impatto visivo il locale in se per se non diceva gran che a vederlo da fuori. Per raggiungerlo infatti bisognava utilizzare l’ascensore e l’ingresso non prometteva nulla di rassicurante.

Non avevamo altre varianti dove recarci e dovevamo ripiegare verso un locale a corto raggio di distanza dal centro oltre a fare affidamento al nostro sesto senso e farci guidare dalla voce interiore.

La quantità di “patata” che prendeva quel’ “montacarichi” più che ascensore era molta e decidemmo quindi anche noi di infilarci dentro. Chissà perchè poi il locale era posto in alto, forse non era un caso che si elevava anche lui verso il “paradiso”.

Salimmo per alcuni piani ed una volta aperte le porte dell’ ”elevatore” cominciammo ad annusare le essenze emanate dai boccioli di rosa che profumavano quell’ambiente. Davanti a noi si apriva uno scenario spettacolare, lo stesso che poi si sarebbe ripetuto per tutta la notte:   

 

-Tranne il birillo in mezzo ;-)  le altre erano tutte bocce o meglio boccioli di rosa, eravamo così giunti in paradiso-

 

Dove eravamo capitati? Dove? non capivamo più nulla.....

Ad ogni litania ripetavamo un “prega per noi” per poter almeno contenere l’euforia che ci usciva non più dagli occhi ma anche dalle orecchie.

Quel Dio era passato di quì e la testimonianza del suo passaggio era questo “Eden” in terra che ammiravamo.

 

-Le ancelle di Dio-

 

Se vi trovaste di fronte a cotanta bellezza come reagireste?

 

 

                                 

Vi ricordate poi la nostra amica Polina?

L’abbiamo incontrata di nuovo sotto altre vesti o meglio, sotto altri vestiti.  La sostanza di quella creatura nonostante le “altre vesti” non era mutata e lei ancora una volta non si smentiva.

 

-La nostra  Amica Ammirabile  Affascinante ed  Angelica Polina-

 

Un capodanno indimenticabile. Non trovavamo le parole per quello che vedevamo e per ciò che ci attorniava. Ovunque si posava il nostro sguardo vedavamo forme femminili angeliche.

Da quella “maledetta” porta dell’ascensore o meglio del montacarichi, continuavano ad arrivare chili di “patate-imperials”.

Anche se non volevi eri comunque costretto a continuare ad ammirare le “imperials” che salivano  dal basso verso alto, spuntavano poi da destra e da sinistra ed involontariamente venivano a sbatterci addosso.

E allora giù litanie, giù “ora pro nobis”, giù 1,2,3.... ma noi che cosa avevamo fatto di male per meritarci tutto questo? Per essere capitati quì?

E poi: a quale punizione divina eravamo pesantemente sottomessi?

Forse per tutti gli uomini che vivono quì sarà stato normale trovarsi in queste condizioni, ma per noi comuni mortali italiani è impensabile un cotanto paradiso in terra di questo genere.  

Attorniati da angeli che ti sorridono, ancor adesso io, Francesco e non solo, non comprendiamo il motivo per cui i ragazzi autoctoni sembrano essere ignari del ben di Dio che hanno qui in Ucraina, ad Uzhhorod, in questo luogo sacro per noi. Una sacralità che quella notte è stata profanata dalle nostre  esclamazioni di giubilo alla vista delle celestiali creature femminili.

Non parliamo poi di Ludmila che abbiamo conosciuto in questa occasione. Una  bella donna, simpatica e carismatica che assieme alla sua amica non ci ha disdegnati della sua dolce compagnia.

 

 

-In compagna della bella,  affascinante e carismatica Ludmila-

 

Purtroppo dopo poche ore, ci saremmo dovuti catapultare nella dura realtà italiana, ritornando a casa con l’auto ed affrontando non meno di 1200 km di strada: distanza che ci separa da questa terra affascinante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo stesso giorno abbiamo dormito solo 3 ore giusto il tempo di chiudere gli occhi e riaprirli.

La sensazione era quella di stare poche ore prima in un bellissimo sogno e subito dopo svegliarsi calandosi immediatamente nella vita reale. In questo modo abbiamo “inaugurato” la mattina del primo gennaio 2018 con il viaggio di ritorno verso l’Italia partendo da lì per le ore 8:00. Saremmo poi giunti a destinazione per le ore 20:00 a Pordenone… 

 

 

-Di ritorno verso l’Italia  “anche l’auto aveva svolto il suo dovere”-

 

-Gli sguardi da leoni della notte  prima e sullo sfondo il cartello che segna il confine del territorio comunale di Užhorod-

 

 

E’ stata ardua questa avventura ma ne è valsa la pena, dopotutto anche “Quella” ha un costo.

Il prezzo attraverso il nostro sacrificio l’avevamo pagato, la nostra penitenza l’avevamo fatta già e Dio ci aveva così premiati mostrandoci le sue bellezze.

Io e Francesco siamo rimasti pienamente soddisfatti dell’impresa epica che abbiamo portato a termine ed ora siamo convinti che da qualche parte del mondo Dio a volte ci passa e rivela i suoi misteri mostrando il suo creato.   

In questo racconto del viaggio o pellegrinaggio piace ricordare ancora questo bel periodo con un sorriso.

Con una Fine gloriosa di un film idilliaco dal titolo: “Welcome in Ucraina”, ricorderemo con estremo piacere la bellezza, la naturalezza e l’accoglienza di ciò che questa terra ci ha offerto.

 

 

 

Diakuiu Ucraini! Grazie Ucraina!

 

 

Un brindisi alla terra ucraina, un brindisi ad Užhorod!!

 

 

 

 

Fine.......  ma ne siamo poi proprio sicuri?....